Articolo di Veronica Caciagli pubblicato su LaStampa.it in collaborazione con Greenews.info.
Il 2012 è stato dichiarato dalle Nazioni Unite “Anno Internazionale dell'Energia Sostenibile Per Tutti”. Un nome un po’ lungo e poco accattivante, ma che racchiude appieno tutte le sfide che ci aspettano nel futuro e le contraddizioni del presente. Da una parte, la necessità di assicurare l'accesso universale ai servizi energetici moderni: secondo la IEA, International Energy Agency, nel 2010 la popolazione mondiale senza accesso all'elettricità ammontava ancora a 1,3 miliardi, pari a circa il 20% degli abitanti del Pianeta. Un numero enorme e una sfida che si interseca con la lotta alla povertà. L'altra faccia della medaglia è la questione ambientale, con la necessità di ridurre le emissioni di gas serra e i consumi di combustibili fossili: perciò il Segretariato Generale dell'ONU ha sentito l’esigenza di specificare che l'energia del futuro deve essere sostenibile e ha presentato, tra i propri obiettivi di lungo termine, il raddoppiamento della quota di energia rinnovabile nel mix energetico mondiale e del tasso di miglioramento dell'efficienza energetica, da raggiungere entro il 2030.
Ogni qual volta ci si ponga un obiettivo di portata mondiale, il problema è sempre, però, come dividere l'obiettivo tra gli Stati. E qui diventa interessante (e quantomai opportuna) l'aggiunta “per tutti”: si pone, cioè un problema di equità.
Ogni qual volta ci si ponga un obiettivo di portata mondiale, il problema è sempre, però, come dividere l'obiettivo tra gli Stati. E qui diventa interessante (e quantomai opportuna) l'aggiunta “per tutti”: si pone, cioè un problema di equità.