martedì 28 luglio 2009

GB: 100.000 sterline per i veicoli verdi


Come contrastare la recessione globale? La Gran Bretagna risponde con incentivi alle industrie low-carbon: tra queste, ha stanziato incentivi per 100 milioni di sterline per lo sviluppo di veicoli elettrici. Con tale mossa il Regno Unito intende conquistare la leadership nella transizione al mercato degli automezzi elettrici e ibridi e accelerare il futuro sviluppo di soluzioni più verdi.

Inoltre, un consorzio britannico di ditte specializzate in veicoli ibridi riceverà un finanziamento per mettere a punto modelli dimostrativi di retrofit elettrici a basso costo, che consentano ai veicoli commerciali di passare dalla trazione ibrida a quella elettrica.

Parlando a un recente incontro di esperti internazionali a Londra, il Segretario ai Trasporti Geoff Hoon ha delineato i passi iniziali del Governo britannico, che prevedono:

a) un piano da 10 milioni di sterline per incentivare le case automobilistiche a sviluppare soluzioni elettriche e con emissioni di carbonio estremamente contenute (inferiori a 50 g di CO2/km);
b) investimenti per 20 milioni di sterline in ricerche per la realizzazione di mezzi ecologici con migliori prestazioni a prezzi contenuti.

Il programma invita i costruttori a concorrere a progetti dimostrativi – che forniranno 100 veicoli elettrici alle città britanniche – offrendo ad automobilisti e famiglie la possibilità di fornire indicazioni sulle mosse pratiche necessarie per rendere realmente più verde il trasporto su ruote.
Il Governo ritiene che tali misure possano creare fino a 10.000 posti di lavoro, che nel 2030 potrebbero salire fino a circa un milione. Il Segretario di Stato per il Commercio, Lord Mandelson, ha dichiarato: «Investire in forme di motorizzazione più verdi fa parte del nostro programma, che intende mettere il Regno Unito ai vertici della nuova rivoluzione low carbon. Sappiamo che il nostro settore automotoristico gode di una reputazione globale nello sviluppo di nuove tecnologie, e desideriamo quindi che abbia un ruolo trainante nel settore dei veicoli elettrici».

Nell’ambito di un’altra iniziativa del valore di 20 milioni di sterline, il Ministero dei Trasporti ha annunciato di aver selezionato dieci case automobilistiche che forniranno furgoni elettrici e a basse emissioni ad autorità locali e organismi pubblici. Tali veicoli commerciali rappresentano infatti il 15% delle emissioni sulle strade del Paese, e tale percentuale sta crescendo più di quelle di ogni altra modalità di trasporto. I costruttori prescelti – Ford, Mercedes Benz, Citroën, Ashwoods, Land Rover, Modec, Smith Electric Vehicles, LDV, Nissan e Allied Vehicles – dovranno fornire mezzi con emissioni inferiori a 50 g di CO2 al Km. I Comuni di Liverpool, Newcastle, Gateshead, Coventry, Leeds e Glasgow saranno tra i primi a vedere i nuovi furgoni nelle loro strade.

giovedì 16 luglio 2009

Tra Ministero e aziende, un Patto per l'Ambiente

Il 7 luglio scorso il Ministro per l'Ambiente Stefania Prestigiacomo ha firmato un "Patto per l'Ambiente" che mira alla "riduzione delle emissioni di gas serra e dell'inquinamento in un'ottica che punta a conciliare tutela ambientale e crescita occupazionale ed economica ed alla promozione dell'innovazione tecnologica ritenuta elemento centrale per lo sviluppo sostenibile".

Il Patto e' stato sottoscritto da 11 tra le maggiori aziende italiane, raccogliendo adesioni in diversi settori: energia (Enel, Eni, Edison, Sorgenia, Terna, Edipower), trasporti (Ferrovie dello Stato, Societa' Autostrade, Enac), produzione di cemento (Italcementi) e filiera saccarifera (Finbieticola).
Prevede finanziamenti agevolati per la diffusione di tecnologie a basse emissioni e ad alta efficienza attraverso lo stanziamento di un fondo di rotazione di 600 milioni di euro per il periodo 2009-2012; tale fondo sara' gestito dalla Cassa Depositi e Prestiti. Secondo il Governo, questo programma potra' stimolare investimenti fino a 3 miliardi di euro e la sottoscrizione di accordi di programma volontari con imprese che investono in fonti rinnovabili e risparmio energetico. Da parte loro, gli 11 Amministratori Delegati firmatari dell'accordo si sono impegnati a investire 12 miliardi di Euro.
Barbara Mariani
Climate Change Energy & Environment
Ambasciata Britannica di Roma

G8: Il clima nella dichiarazione finale dei leader


"UNA LEADERSHIP RESPONSABILE PER UN FUTURO SOSTENIBILE

1. Noi, i Leader del G8 dell'Aquila, esprimiamo la nostra profonda solidarietà verso le persone dell'Abruzzo, ferite dal tragico terremoto che ha colpito la Regione il 6 Aprile 2009 e verso tutti coloro che, nel mondo, sono stati toccati da disastri naturali.

2. Siamo determinati ad assicurare uno sviluppo sostenibile e ad affrontare le sfide interconnesse di crisi economica, povertà e cambiamento climatico. Queste sfide richiedono un'azione immediata e una visione a lungo termine. [...]

5. Intendiamo assicurare la nostra prosperità presente e futura prendendo la guida nella lotta contro il cambiamento climatico. Ci impegnamo a raggiungere un accordo globale, ambizioso e completo a Copenhagen. A questo riguardo, invitiamo altri Paesi industrializzati ed economie emergenti ad agire attivamente, coerentemente con il principio di responsabilità comune ma differenziata e a seconda delle rispettive possibilità. [...]

CAMBIAMENTO CLIMATICO E AMBIENTE

Combattere il cambiamento climatico

63. Questo è un anno cruciale per prendere azioni globali, rapide ed efficaci per combattere il cambiamento climatico. Accogliamo la decisione presa dalla conferenza dell'UNFCCC [Convenzione ONU sui Cambiamenti Climatici] a Poznan di entrare in negoziazioni serrate, in modo da arrivare entro la fine del 2009 a Copenhagen a dar forma a un accordo globale e completo riguardo al periodo post-2012, così come deciso dalla Conferenza di Bali del 2007. [...]

65. Riaffermiamo l'importanza dell'Intergovernamental Panel on Climate Change (IPCC) e in particolare del Quarto Report, che costituisce la più completa ricerca scientifica. Riconosciamo l'opinione scientifica diffusa che l'aumento medio globale delle temperature sul livello pre-industriale non deve superare i 2° gradi centigradi. Poichè questa sfida globale può essere vinta con una risposta globale, reiteriamo la nostra volontà di dividere con tutti i Paesi l'obiettivo di ridurre di almeno il 50% le emissioni globali entro il 2050, riconoscendo che ciò significa di raggiungere il picco massimo delle emissioni e di ridurle prima possibile. Come parte di questo obiettivo, supportiamo l'obiettivo per i Paesi sviluppati di ridurre le emissioni di gas serra di almeno l'80% rispetto al 2050 o ad anni più recenti. Coerentemente con questo ambizioso obiettivo, porteremo avanti riduzioni robuste a medio termine, a livello individuale e aggregato, tenendo in considerazione che le baseline [scenari base, di riferimento] possono variare e che gli sforzi devono essere comparabili. Similmente, le economie dei maggiori Paesi emergenti necessitano di intraprendere azioni quantificabili per ridurre collettivamente le emissioni in modo significativo rispetto allo scenario business-as-usual di uno specifico anno. [...]"


Veronica Caciagli
Climate Change Officer
Consolato Britannico di Milano

martedì 7 luglio 2009

Ban Ki-moon chiama... il G8 risponde?

"[...] I am calling on the G8 to act on a set of crucial issues" - dalle pagine del The Scotsman, Ban Ki-moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite, richiama gli 8 leader politici che si riuniranno da domani all'Aquila per il G8 a impegnarsi sugli argomenti cruciali per il futuro dell'umanità: cambiamenti climatici, riduzione della povertà e sicurezza alimentare.

Prima fra tutte, la questione dei cambiamenti climatici, su cui ribadisce la necessità del raggiungimento di un accordo relativo alle modalità di riduzione delle emissioni di gas serra nella prossima conferenza di Copenhagen, "accordo che deve essere scientificamente rigoroso, equo, ambizioso ed esatto. Raggiungere l'obiettivo di limitare l'aumento delle temperature a 2 gradi, richiederà agli Stati di tagliare le emissioni del 50% entro il 2050. I Paesi del G8 e gli altri Stati industrializzati hanno il dovere di essere i leader di questo processo impegnandosi a tagli delle emissioni di almeno l'80% rispetto ai livelli del 1990."

In un'intervista del Messaggero di ieri, anche il Ministro degli Esteri Frattini indica l'ambiente e i cambiamenti climatici come il primo tema di questo G8, dichiarando l'obiettivo italiano: limite all'incremento delle temperature al 2° e obiettivo -50% entro il 2050 per i Paesi industrializzati, con il coinvolgimento anche dei Paesi in via di sviluppo; ma senza indicare obiettivi intermedi.

Altri punti salienti sul tavolo del G8 riguarderanno le negoziazioni sui target di riduzione di breve periodo e sul finanziamento dei Paesi in via di sviluppo per l'adattamento e la mitigazione del surriscaldamento del pianeta.

Veronica Caciagli
Climate Change Officer
Consolato Britannico di Milano