Estratto dalla dichiarazione finale del G8:
"UNA LEADERSHIP RESPONSABILE PER UN FUTURO SOSTENIBILE
1. Noi, i Leader del G8 dell'Aquila, esprimiamo la nostra profonda solidarietà verso le persone dell'Abruzzo, ferite dal tragico terremoto che ha colpito la Regione il 6 Aprile 2009 e verso tutti coloro che, nel mondo, sono stati toccati da disastri naturali.
2. Siamo determinati ad assicurare uno sviluppo sostenibile e ad affrontare le sfide interconnesse di crisi economica, povertà e cambiamento climatico. Queste sfide richiedono un'azione immediata e una visione a lungo termine. [...]
5. Intendiamo assicurare la nostra prosperità presente e futura prendendo la guida nella lotta contro il cambiamento climatico. Ci impegnamo a raggiungere un accordo globale, ambizioso e completo a Copenhagen. A questo riguardo, invitiamo altri Paesi industrializzati ed economie emergenti ad agire attivamente, coerentemente con il principio di responsabilità comune ma differenziata e a seconda delle rispettive possibilità. [...]
CAMBIAMENTO CLIMATICO E AMBIENTE
Combattere il cambiamento climatico
63. Questo è un anno cruciale per prendere azioni globali, rapide ed efficaci per combattere il cambiamento climatico. Accogliamo la decisione presa dalla conferenza dell'UNFCCC [Convenzione ONU sui Cambiamenti Climatici] a Poznan di entrare in negoziazioni serrate, in modo da arrivare entro la fine del 2009 a Copenhagen a dar forma a un accordo globale e completo riguardo al periodo post-2012, così come deciso dalla Conferenza di Bali del 2007. [...]
65. Riaffermiamo l'importanza dell'Intergovernamental Panel on Climate Change (IPCC) e in particolare del Quarto Report, che costituisce la più completa ricerca scientifica. Riconosciamo l'opinione scientifica diffusa che l'aumento medio globale delle temperature sul livello pre-industriale non deve superare i 2° gradi centigradi. Poichè questa sfida globale può essere vinta con una risposta globale, reiteriamo la nostra volontà di dividere con tutti i Paesi l'obiettivo di ridurre di almeno il 50% le emissioni globali entro il 2050, riconoscendo che ciò significa di raggiungere il picco massimo delle emissioni e di ridurle prima possibile. Come parte di questo obiettivo, supportiamo l'obiettivo per i Paesi sviluppati di ridurre le emissioni di gas serra di almeno l'80% rispetto al 2050 o ad anni più recenti. Coerentemente con questo ambizioso obiettivo, porteremo avanti riduzioni robuste a medio termine, a livello individuale e aggregato, tenendo in considerazione che le baseline [scenari base, di riferimento] possono variare e che gli sforzi devono essere comparabili. Similmente, le economie dei maggiori Paesi emergenti necessitano di intraprendere azioni quantificabili per ridurre collettivamente le emissioni in modo significativo rispetto allo scenario business-as-usual di uno specifico anno. [...]"
Veronica Caciagli
Climate Change Officer
Consolato Britannico di Milano
Si torna lì: "in considerazione che le baseline [scenari base, di riferimento] possono variare e che gli sforzi devono essere comparabili" ... per cui se c'è crisi gli sforzi (economici) saranno ovviamente limitati, mentre se non c'è crisi gli sforzi aranno indirizzati per cavalcare la ripresa (e non propriamente ed essenzialmente x sostenere la riduzione di emissioni...).
RispondiEliminaSono pessimista, ma mi fido più delle singole persone "comuni" (che magari sono più attente anche solo ad accendere meno le luci elettriche) che della gran parte dei grandi Leader...
Ciao Fipi, grazie del tuo commento.
RispondiEliminaPersonalmente credo che ci sia bisogno sia dell'impegno individuale, che di quello della politica - anche per informare i cittadini.
'For myself I am an optimist — it does not seem to be much use being anything else.' :)(Winston Churchill)
Riguardo al rapporto tra sforzi economici e crisi, credo che il collegamento sia piu' diretto: gli investimenti nelle energie rinnovabili e nelle nuove tecnologie hanno un alto potenziale di aumento di posti di lavoro e potrebbero essere una leva per farci uscire dalla crisi...