sabato 25 giugno 2011

Il giovedì nero del Carbon

Come spesso succede nei mercati le oscillazioni possono essere drastiche, improvvise e impreviste al punto da cogliere impreparati gli stessi operatori. In seguito si accende il dibattito sulle motivazioni di questi movimenti, alcuni basati su plausibili notizie di mercato e altri su approfondite analisi macroeconomiche. Così ora ci troviamo a discutere del giovedì nero del Carbon che si è verificato il 23 giugno quando le quotazioni già in ribasso dal lunedì della settimana precedente hanno cominciato fin dai primi minuti di negoziazione a crollare in un succedersi continuo di ordini di vendita al ribasso che però non hanno trovato nessun supporto a frenare la caduta...

Il primo ad essere colpito è stato il mercato degli EUA che alle 9:05 ha negoziato il primo lotto a 14,38, cui si sono susseguiti prezzi via via decrescenti rompendo la resistenza a 14 Euro alle ore 10:00. Alla chiusura l’ultimo prezzo negoziato è stato 13,25, con una chiusura definitiva a 13,26 giù del 7,8% e del 9,3% rispetto alla chiusura a 14,62 del giorno precedente. Stessa sorte per il CER che ha perso 41 centesimi solo nella giornata di giovedì e giù di 30 centesimi di differenza tra la chiusura del 22 e il 23. Vista la caduta precipitosa dell’EUA maggiore rispetto al CER lo spread si è improvvisamente ridotto a 2.81 sui prezzi di chiusura.

Venerdì il prezzo ha ripreso a discendere nuovamente toccando un record negativo a 11,88 euro a tonnellata per l’EUA con il massimo ribasso in un singolo trade del 9% e il minimo a 10,40 per il CER. La successione degli eventi ha visto alle 8:18 della mattina la prima negoziazione che definiva un prezzo di 13,60 dando un segnale di leggero rialzo, ma è nella tarda mattinata che il prezzo si è riallineato a quello del giorno precedente. Alle 16:10 il prezzo era già a 13,10 e di li a seguire lo scivolone di ben 1,1 Euro. Verso la fine della seduta, alle 17:21 un lotto da 20.000 a 11,88 rompeva in pieno la resistenza dei 12 Euro. La giornata di venerdì ha visto quindi polverizzarsi ben due resistenze, senza che ci fosse il minimo segnale di rialzo. Solo l’ultima negoziazione ha rialzato di 22 centesimi il prezzo a 12,10 Euro. Il CER ha seguito di conseguenza, ma meno che proporzionalmente, chiudendo a 10,48 riducendo lo spread EUA/CER a 1,73 Euro, perdendo quindi 2,27 rispetto ai 4 Euro della settiamana precedente.

Vediamo quindi una situazione di mercato con prezzi a livelli di aprile 2010 per l’EUA e di aprile 2009 per il CER. Quali le cause? La notizia principale circolata sui mercati è quella della Francia che ha deciso di riavviare una delle centrali nucleari più vecchie del suo parco elettrico, quella di Fessenheim (880MW) in un tentativo di compensare il deficit energetico causato dalla decisione tedesca di sospendere 7 impianti atomici. Seppur rilevante non sembra spiegare interamente il crollo repentino e incontrollato dei certificati dell’EU ETS. Un’altra possibilità potrebbe essere una vendita speculativa al ribasso e una mancanza di supporto da parte degli industriali i quali non si oppongono ai prezzi. Un’altra ipotesi è la decisione della Commissione Europea di non procedere al taglio del 30% delle emissioni e di mantenere il target al 20%. Tutti gli operatori sono quindi in attesa di un segnale deciso che dia una direzione al mercato.

Maurizio Castelli
AitherCO2

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