venerdì 25 novembre 2011

Waterforum: alleanza italo-olandese  per la gestione delle acque

Articolo di Veronica Caciagli pubblicato su LaStampa.it.

Ancora un disastro ambientale, causato dalle forti piogge che si stanno abbattendo sull'Italia, con fiumi di fango, morti e devastazioni. Dopo Monterosso, la Liguria, l'alta Toscana e il Piemonte, le piogge torrenziali hanno flagellato, negli ultimi giorni, il sud Italia, con particolare violenza in Calabria e Sicilia. Stesso scenario, stesse domande: erano prevedibili? Ma soprattutto: questi fenomeni estremi sono dovuti ai cambiamenti climatici? “La domanda è mal posta”, spiega Stefano Caserini, titolare del corso di Mitigazione dei Cambiamenti Climatici al Politecnico di Milano, in un’intervista su Climalteranti.it. “E’ impossibile dimostrare se e in che modo una singola tempesta o un uragano sia provocato dai cambiamenti climatici. Gli eventi meteorologici dipendono da fattori deterministici (fra cui le temperature) e da fattori casuali, non riproducibili singolarmente.” Ciò che, invece, è statisticamente dimostrabile è l'aumento di questi fenomeni e la loro intensità nel nostro Paese, ormai sotto gli occhi di tutti.
Si pone dunque la necessità di migliorare le previsioni di cambiamento del clima e coordinarle con la gestione del territorio e delle acque. Di questo si è parlato ieri nel corso del Waterforum, organizzato dall'Ambasciata dei Paesi Bassi e da Confindustria a Roma, con l'obiettivo di condividere conoscenze e buone pratiche su un tema in cui gli olandesi sono leader mondiali: la difesa del territorio e delle aree costiere dalle acque. In Olanda una larga parte del territorio è infatti sotto il livello del mare: ben il 59% del territorio verrebbe allagato se non fosse protetto da infrastrutture idriche. "L’acqua ci può essere amica ma anche nemica”, ricorda l’ambasciatore olandese, Alphonsus Stoelinga, in apertura dei lavori. “Questo vale per l’Olanda e anche per l’Italia, dove in questi giorni il problema è particolarmente attuale. In questo campo, abbiamo molto in comune e possiamo collaborare ancora di più”.

Wim Kuijken
, Commissario del Governo, presenta, come esempio di buone pratiche, il Programma Delta, una collaborazione tra circa duecento enti diversi guidata da un unico coordinatore, che interagisce direttamente con governo e parlamento. Il fine è quello di garantire sia la protezione dall'invasione delle acque che l'approvvigionamento di acqua dolce, anche in tempi di crescente salinizzazione. Il programma si pone obiettivi di breve e medio periodo, ma entro una prospettiva di lunghissimo periodo, a cui noi Italiani ci siamo disabituati: si arriva addirittura fino al 2100: “ad oggi, l’Olanda è ben difesa - spiega Kuijken - ma il lavoro non è affatto terminato. I cambiamenti climatici ci costringono a rimanere vigili e ad aggiornare i nostri sistemi di prevenzione.” Il sistema è pianificato per essere flessibile agli scenari futuri: vengono prese in considerazione variabili meteorologiche e climatiche e confrontate con possibili scenari socio-economici. In base a come si evolveranno, verranno tarate le decisioni e adattato il sistema. “Non vogliamo fare né poco, né troppo”, conclude Kujiken, riprendendo la logica secondo cui meno si interferisce con l’ambiente naturale, meglio è.

Le aziende olandesi, forti di questa esperienza, si pongono oggi come leader nel mondo per le opere di ingegneria, con 450 imprese impegnate nel settore e oltre 32.000 addetti. Mentre, secondoa"> Cesare Trevisani, vice presidente di Confindustria per le Infrastrutture, logistica e mobilità, “l'Italia opera in questo settore in maniera ancora parziale, sebbene possa contare su eccellenze< riconosciute a livello globale. Occorrono, quindi, politiche di settore orientate a sfruttare le opportunità economiche che l’acqua ci offre e, alla stesso tempo, a proteggere il nostro Paese".

Queste policies dovrebbero preoccuparsi non solo di gestire le emergenze a posteriori, inevitabili dopo i disastri, ma di definire una corretta gestione ordinaria e una programmazione preventiva. Occorrerebbe, anche in questo ambito, un nuovo patto sociale (il leit motiv della politica di questi giorni), per coinvolgere i diversi livelli istituzionali. Ma occorre soprattutto la continuità degli interventi e dei finanziamenti - più importante dell'entità stessa dei finanziamenti. Solo in questo modo si potrà andare oltre la gestione straordinaria delle crisi.

Ne è convinto anche Corrado Clini, alla sua prima uscita pubblica in qualità di nuovo Ministro dell'Ambiente del governo Monti. “La situazione è subito piuttosto impegnativa – commenta Clini – perché ci trasciniamo dietro problemi di lunga data e dobbiamo affrontare una situazione di emergenza. Il punto è di far fronte alla variabilità climatica, che ha ormai delle caratteristiche abbastanza chiare, migliorando l’interpretazione di queste variabili e dell’evoluzione futura per indirizzare correttamente il lavoro.” Ben venga quindi la cooperazione tra Italia e Olanda, che potrebbe andare innanzitutto nella direzione di una programmazione modellistica regionale e di una collaborazione sulle tecniche di previsione, ma anche sulle opere di ingegneria. “Come l'energia, anche l'acqua è un driver di investimento nei Paesi emergenti. In questi Paesi l'offerta di servizi può essere strutturata attraverso sinergie, per esempio, tra aziende italiane e olandesi.”

Le opportunità nei Paesi emergenti non devono tuttavia distogliere dal compito “casalingo” di strutturare la gestione delle acque in Italia. Dice Clini: “Il nostro Paese ha subito modifiche delle risorse idriche, spesso frutto di sovrapposizione tra i confini fisici e amministrativi. Abbiamo bisogno di ingegneria idraulica e non istituzionale. Speriamo di completare presto il percorso per la creazione dell'Agenzia dell'Acqua.” Un percorso che incontra le resistenze da parte dei promotori del referendum sull'acqua pubblica del giugno scorso, che temono la reintroduzione di spazi per la gestione delle acque affidata ai privati.

A conclusione del forum, l'Ambasciatore Stoelinga offre al neo ministro un dono augurale che annuncia come “il miglior riparo dalla pioggia”: un ombrello di tecnologia olandese, ultra resistente alle piogge e al vento. Lo apre scherzosamente sulla testa del ministro, non sapendo che in Italia resiste la scaramanzia di non aprire ombrelli in luoghi chiusi. Il ministro prima cerca di evitarlo, poi cede al rito, e sorride. 

Veronica Caciagli

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