COMUNICATO STAMPA
17 aprile 201
La EU propone di introdurre sul mercato europeo la CARBON FOOTPRINT DI BENZINA E GASOLIO, ma l’industria del petrolio foraggia la lobby del no a Bruxelles. In gioco c’è l’arrivo in Europa delle SABBIE BITUMINOSE CANADESI.
Uno studio indipendente di Transport & Environment rivela: l'impronta ecologica costerebbe solo 0,005 Euro di più su un pieno di benzina
Milano, 19 aprile 2012 - E’ entrata nel vivo a Bruxelles la trattativa per definire le regole di calcolo della carbon footprint dei carburanti, con cui la Comunità Europea ha intenzione di rendere trasparente il quantitativo di CO2 associato al greggio e agli altri carburanti a fonte fossile all’interno del quadro normativo della Direttiva sulla Qualità dei Carburanti, approvata dagli Stati Membri nel 2009. L’apertura a una carbon footprint sui carburanti permetterebbe di conteggiare anche le emissioni di CO2 del processo di estrazione, che ha impatti ambientali - e quindi emissioni serra - diversi a seconda della materia prima e dei tipi di processi estrattivi. Questa metodologia di calcolo delle emissioni serra sarebbe uno strumento determinante per coinvolgere i fornitori di carburante (raffinerie, compagnie petrolifere, etc) nelle politiche di riduzione di gas climalteranti, responsabilizzandoli verso gli obiettivi del 20-20-20, mentre l’Unione Europea rafforzerebbe la trasparenza delle sua politica energetica a vantaggio delle scelte dei consumatori.
La trattativa, che sembrava aver raggiunto il punto di svolta a fine febbraio, si è però arenata a causa della decisa azione di lobby sostenuta dall'industria del petrolio. I produttori sostengono che i costi dell'attività di reporting sulla filiera del carburante – necessari a calcolare quanta CO2 viene emessa durante il processo estrattivo – finiranno per cadere sulle spalle del consumatore. Ora però uno studio commissionato da Transport & Environment ed eseguito da tre agenzie indipendenti rivela che il costo aggiuntivo sarebbe nell'ordine di 0,005 Euro su un pieno di benzina – ovvero mezzo centesimo, - corrispondenti a 1 centesimo al barile per i produttori.