News settimanali dai mercati della CO2, a cura di AitherCO2. Articolo di Maurizio Castelli.
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Dopo che l’Europa intera è stata vittima la scorsa settimana di un attacco da parte di alcuni cracker, che sono riusciti a violare i sistemi di sicurezza dei principali conti registri di quote d’emissione, i registri europei riaprono a scaglioni.L’obiettivo dell’attacco era stato il furto di 2 milioni di quote per un controvalore di circa 30 milioni di euro rubati da diversi conti registri, in particolare di Romania e Repubblica Ceca. A seguito di questo crimine la Commissione Europea aveva deciso dapprima il blocco dei mercati e in seguito dei conti registro, rendendo impossibile ogni tipo di negoziazione e permettendo ai tecnici di rimediare alle falle nella sicurezza.
Dopo una conferenza degli Stati membri dell’Unione sulla sicurezza del sistema, è stato reso ora noto che la riapertura prevista per la sera del 26 gennaio avverrà solo per alcuni registri che hanno dimostrato di resistere agli attacchi, tra cui la Germania protagonista di una vicenda simile poche settimane fa.
Un portavoce del Ministero dell’Ambiente italiano ha affermato che facilmente il registro nazionale rimarrà chiuso almeno un’altra settimana; il motivo è che la Commissione europea ha richiesto ulteriori test di sicurezza informatici e dovendo questi essere eseguiti da aziende esterne e indipendenti facilmente la riapertura slitterà. Per la Polonia ci vorranno ancora due settimane secondo quanto affermato dall’amministrazione nazionale per l’ETS, il tempo cioè di preparare la documentazione necessaria ed effettuare le necessarie prove di collaudo.
Secondo Jiri Stastny, direttore presso l’OTE, il gestore del registro della Repubblica Ceca, il registro ceco potrebbe riaprire entro i prossimi 3 o 5 giorni, ma c’è la necessità di ulteriori investigazioni essendo stati i più colpiti dal furto. Il registro belga e quello sloveno prevedono di riaprire venerdì, ma rimane comunque incertezza. I primi ad riaffiacciarsi sul mercato saranno quindi i tedeschi assieme agli olandesi, in attesa della revisione dei documenti, mentre nulla si sa su Regno Unito, Francia e Spagna.
Maurizio Castelli
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